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CCSVI: lo studio di Albany non convince

Ancora una volta non c'è da stupirsi.
Secondo il neurologo Massimo Del Sette, presidente della Sinsec (Società Italiana neurosonologia ed emodinamica cerebrale ) lo studio, condotto dall'Albany Medical Center presentato alla conferenza del Sir di San Francisco , che asserisce un miglioramento delle condizioni fisiche e mentali in pazienti con Sclerosi Multipla e CCSVI, sottoposti ad angioplastica dilatativa delle vene giugulari e azygos, non è da considerarsi una prova delle teorie del professor Paolo Zamboni.

Ricordiamo che il dottor Del Sette è uno dei tre sonologi dello studio CoSMo, promosso dall'Aism e dalla sua Federazione per appurare la correlazione fra SM e CCSVI, ancora in corso e di cui si attendono i primi risultati per l'estate prossima.

Lo studio, secondo Del Sette non è da considerarsi una prova per motivi metodologici: "In primo luogo è uno studio retrospettivo e non prospettico come dovrebbe essere, cioè analizza i casi andandoli a cercare ‘all’indietro’, e non procedendo in modo corretto, cioè stabilendo prima quello che si vuole verificare e poi eventualmente rilevandolo. In secondo luogo, non esiste alcun gruppo di controllo, ovvero non si confronta il trattamento con persone che non hanno subito l’intervento, e questo quindi non può escludere l’esistenza di un effetto placebo. Inoltre, non essendovi un gruppo di controllo, manca la terza caratteristica che dovrebbe avere uno studio scientifico adeguato, cioè la randomizzazione, ovvero l’assegnazione casuale dei pazienti al gruppo che fa l’intervento e a quello che non lo subisce". Affinchè un risultato scientifico sia significativo, dovrebbe essere basato su uno studio prospettico, randomizzato, controllato, e in cieco, ovvero senza che i soggetti coinvolti sappiano in quale gruppo (trattamento o placebo) sono stati assegnati. “Brave Dreams, lo studio interventistico il cui ricercatore principale è proprio il professor Zamboni, è stato disegnato per funzionare proprio in questo modo”.
E i miglioramenti dei pazienti come si spiegano? “Un’ipotesi è che possano essere riferiti al normale decorso della malattia, che per sua natura presenta dei periodi di remissione spontanea in cui il paziente sta meglio. Ma senza un controllo non si può neanche escludere l’effetto placebo, ovvero un miglioramento delle condizioni psicofisiche generate nel malato solo dal fatto di essere entrato in una sala operatoria. Di fatto questo studio non aggiunge nulla a quanto già noto, se non suggerire un ipotetico legame tra CCSVI e sclerosi multipla da approfondire e dell’efficacia, ancora da verificare, di un intervento di angioplastica” conclude Del Sette.


Fonte: http://www.galileonet.it/articles/4f7b0c5e72b7ab5f85000038
Once again it is not surprising.According to the neurologist Massimo Del Sette, president of Sinsec (Italian Society neurosonology and cerebral hemodynamics) the "Albany" study, conducted dall'Albany Medical Center presented at the SIR conference,San Francisco, claiming an improvement of physical and mental conditions in patients with Multiple Sclerosis and CCSVI, undergoing angioplasty of the jugular veins dilated and azygos, is not considered a test of Prof. Paolo Zamboni theories.We recall that Dr. Del Sette is one of three study sonologist Cosmo, promoted dall'Aism and its association to determine the correlation between MS and CCSVI, still ongoing and that the first results are expected next summer.The study, according to Del Sette is not considered a test for methodological reasons: "First is a retrospective study and not as it should be prospective, that analyzes cases by seeking them 'back', and not proceeding properly , that is, first establishing what you want to check and then possibly by detecting. Secondly, there is no control group, which does not compare treatment with people who have not undergone surgery, and this therefore can not exclude the existence of a placebo effect. Moreover, there being a control group, it lacks the third characteristic which should have an appropriate scientific study, that is, the randomization, or the random allocation of patients to the group that makes the intervention and what is not subjected to ". For a scientific result to be meaningful, should be based on a prospective, randomized, controlled, and blinded, ie without the individuals involved will know in which group (treatment or placebo) were assigned. "Brave Dreams, interventional study, whose principal investigator is precisely Prof Zamboni, was designed to operate in this way."And the improvements of the patients as they explain? "One hypothesis is that they may be related to the normal course of the disease, which by its nature presents periods of spontaneous remission in which the patient feels better. But without testing also can not rule out the placebo effect, or an improvement of physical conditions generated only in the patient from being entered into an operating room. In fact, this study does not add anything to what is already known, if not to suggest a hypothetical link between CCSVI and multiple sclerosis to be deepened and effectiveness, yet to be verified, an angioplasty, "concluded Del Sette.


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